Reagisci alla crisi uscendo dal guscio. Ma a quale crisi mi riferisco? Il momento attuale che stiamo attraversando, ci riporta, a sentir parlare di crisi, a quella economica. In realtà la crisi economica porta e ha portato con sè una serie di cambiamenti dentro di noi. Cambiamenti positivi, come il ritrovare il valore delle cose semplici, inizialmente imposto, ma credo che dopo un po ne abbiamo fatto un’abitudine. Cambiamenti negativi, come il senso di smarrimento, naturalmente mi riferisco a chi vive in situazioni precarie, non a chi stava bene ed ora, sta ancora meglio di prima e non si può certo lamentare. Senso di smarrimento, dovuto alla precarietà economica e lavorativa che si ripercuote nella vita di tutti i giorni. Cambiare città, cambiare lavoro, o addirittura essere costretti a ritornare da dove si era partiti. Sono tutte situazioni che portano crisi. Cosa ancora più sofferente, che con la crisi capita di mettere in discussione anche sentimenti percepiti in maniera diversa verso una persona a noi cara. Quanti si divorziano in questo periodo? Tanti! E le statistiche parlano chiaro, ce ne saranno sempre di più, come se la situazione economica ( in contraddizione con il costo di un divorzio ) abbia acuito un problema all’interno delle coppie, forse già esistente. Vediamo dunque che la crisi economica si trasforma in crisi esistenziale. Che faccio rimango? Parto a cercare fortuna altrove? Prima o poi passerà? Me lo auguro e ce lo auguriamo tutti quanti!
Ma cosa fare per reagire alla crisi che subentra? Si esce dal guscio! Come? Adesso lo vediamo!
In tutti quest anni abbiamo sempre vissuto come dei robot, siamo nati e cresciuti come lo volevano altri. Abbiamo comprato, comprato e comprato fino allo sfinimento. Come volevano altri! Forse non ci siamo mai resi conto che il consumismo in primis, ci stava rovinando, ci portava verso una concezione di felicità completamente basata sul niente. E i nostri obiettivi erano quelli che realmente volevamo perseguire, o abbiamo fatto determinati lavori, solo perchè producevamo più soldi? A scapito della passione, messa lì nel nostro cassetto dei desideri, dei nostri sogni, sperando che un giorno forse riusciremo ad aprirlo. E se quel giorno non arriva? Se tutti i beni materiali in nostro possesso come la macchina, la casa, i vestiti di marca, non ci hanno condotto verso la serenità, ma solo verso una felicità apparente, che viene meno quando ci troviamo soli con noi stessi. Quando un nostro amico o collega ci chiede semplicemente se siamo realmente felici di quello che possediamo, e a quel punto ci rendiamo conto che quella semplice domanda ci mette in crisi, e in uno stato di prostazione incredibile. Uscire dal guscio si intende svegliarsi dal sonno indotto da chi ha adottato un metodo di vita, facendoci credere che è ciò che vogliamo. Vediamo, dunque, che nella terminologia comune, RISVEGLIARSI significa “destarsi dal sonno“. Il significato appare più profondo, significa “emergere da uno stato di sofferenza“, “diventare coscienti“. I tempi di crescita all’interno delle nostre vite sono di solito accompagnati da tali “risvegli”. Spesso non ce ne accorgiamo fino al momento in cui non subentra una crisi. E’ il momento di agire, di dire BASTA e non farsi sconfiggere. Il risultato di tale processo consiste frequentemente nell’attuare un nuovo senso di determinazione e intenzione, maggiore consapevolezza. Ricercare nuovi obiettivi, rappresenta il punto principale del messaggio che vi voglio dare. Metterci in gioco affrontando alcuni step, che possono sembrare insormontabili, ma che in realtà, si può fare. Gli obiettivi vanno trovati dentro di noi , in base ai nostri desideri, alle motivazioni. Aiutandoci con le scale mentali. Questo nostro obiettivo da zero a cinque quanto ci può motivare? Se il punteggio è alto perseguiamolo. Uscire dalla crisi, combattere la crisi, significa quindi rimetterci in gioco e non aspettare alla finestra. Abbiamo 20, 30 40 anni? In qualsiasi momento.
Ricordo un intervista andata in onda tempo fa, su un programma molto carino chiamato “Il testimone” di Pif. Si intervistava alcune persone che hanno deciso ad un certo punto della loro vita di mettersi in gioco e cercare fortuna altrove, in questo caso negli Stati Uniti. Ebbene mi ha colpito particolarmente l’intervista di un uomo di origini napoletane, che a circa 32 anni ha perso il suo posto di lavoro a Napoli. Dopo due anni di ricerca smisurata del lavoro, anche in altre città italiane, ha deciso di trasferirsi in America. Arrivato negli Stati Uniti, ha trovato lavoro in una pizzeria, capendo che come lavoro gli piaceva molto ( obiettivo/ passione ). Ebbene dopo tre anni una persona capendo la passione di quest’uomo in quello che faceva, gli ha proposto di aprire una pizzeria finanziando l’intero progetto ( risorse, rete di contatti ). Oggi, dopo 16 anni quest’uomo è talmente ricco che si è potuto permettere di regalare alla figlia una macchina di lusso. Ora mi chiedo, ma se fosse rimasto nella sua città con il suo lavoro da impiegato? Sicuramente non si sarebbe messo in discussione, non sarebbe partito negli Stati Uniti ( portando con se anche la moglie ) e non avrebbe raggiunto un tenore di vita così alto.
E’ chiaro adesso, che non tutti DOBBIAMO diventare RICCHI, però questa storia può far capire che se un minimo di risorse le abbiamo, dobbiamo sfruttarle!
Avere chiaro in mente i passaggi, in modo da agire in maniera lucida, cercando di stabilire un obiettivo e mettere in moto tutte le risorse per raggiungerlo. Penso che ragionando in questo modo, sia un ottima mossa per reagire alla crisi economica ed esistenziale. Ritrovare la semplicità delle piccole cose, coltivando le nostre passioni, e non lasciarle da parte perchè c’è la crisi.
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