Sono molte le persone che affermano di provare un senso di vuoto interiore che sembra impossibile da colmare. Si ha l’impressione di vivere una vita priva di senso ma anche priva di gioia.

Una delle cose che colpiscono di più quando si parla di questo stato di sofferenza psicologica è che tutte le persone che ne soffrono utilizzano la metafora del “vuoto” per indicare un’esistenza che sembra ridotta a un guscio privo di contenuto.
Bisogna puntualizzare che è perfettamente normale attraversare brevi periodi in cui ci si sente privi di motivazione. Si tratta di una situazione che si genera a seguito di un lutto, della fine di una relazione o di una profonda delusione ma che, in genere, viene superata nel giro di un lasso di tempo più o meno breve.
Il vero problema, come accade sempre quando si parla di salute mentale, è quando il vuoto interiore diventa una sorta di silenzioso (e pericoloso) compagno di vita.
Molti mi hanno chiesto se è possibile liberarsi definitivamente del senso di vuoto e la mia risposta è “sì”. Per farlo però è strettamente necessario indagare le cause di questa sofferenza.
Perché ci accade di sentire un vuoto dentro?
Quando parliamo di vuoto emotivo nella maggior parte dei casi intendiamo uno stato di assenza di emozioni o, più nello specifico, di assenza di emozioni positive. Capita quindi di sentirsi tristi e vuoti, progressivamente incapaci di appassionarsi a qualcosa o a sentire una gioia profonda ma, spesso, anche una vera tristezza.
Si parla in questo caso di anestesia delle emozioni. Si può dire che sia una strategia di difesa del nostro inconscio e che nasca dal desiderio di proteggersi dal dolore emotivo.
Le cause della progressiva anestesia delle emozioni sono da ricercare nel rapporto con i genitori e in particolare con la madre. Se la madre – cioè il genitore che solitamente presta le cure essenziali al neonato nei primi mesi e anche nei primi anni di vita – non è riuscita a comunicare amore a sufficienza e non è riuscita a calmare le ansie del bambino, quest’ultimo prova fin dalla tenera età un senso di vuoto interiore.
In pratica, dal momento che ha sperimentato una mancanza di amore, e questo lo ha fatto soffrire, il bambino impara a “spegnere” la sofferenza e progressivamente anche le altre emozioni.
Se continua a portare avanti questa pratica psicologica anche nel corso della propria vita da adulto, il senso di vuoto sarà un compagno costante della sua vita e, per attutirlo o ingannarlo, metterà in atto delle strategie tossiche di riempimento.
Colmare il vuoto interiore: le strategie più comuni e più dannose
Anche se ha vissuto gran parte della propria vita da “anestetizzato”, un adulto che prova un senso di vuoto interiore sente comunque il bisogno di provare emozioni. Questo accade perché a un certo punto la necessità di riempire il vuoto emotivo non può più essere ignorata.
Per riempire il vuoto si cerca quindi di generare delle emozioni forti che diano una “scossa emotiva” alla vita emotivamente piatta e inconsistente che la persona ha condotto fino a quel momento.
Le dipendenze sono la risposta più comune alla ricerca di emozioni forti, poiché generano un fortissimo senso di appagamento e di soddisfazione, seppure momentanei.
Dipendenza da sostanze
Com’è facile immaginare, le dipendenze più comuni che la gente normalmente adotta per colmare un senso di vuoto ormai insopportabile sono quelle da alcool, tabacco e droga.
Molte persone però sviluppano anche disturbi da comportamento alimentare. Nella maggior parte dei casi si utilizza il cibo per colmare il vuoto emotivo. Nella bulimia il cibo sostituisce simbolicamente l’amore che non si è ricevuto da bambini e l’amore che non si riesce a rivolgere a se stessi da adulti. Ingerire una quantità esagerata di cibo significa colmare la mancanza di amore, di autostima e di speranza per il futuro.
Dipendenza dal lavoro
La società contemporanea elogia la super produttività. I lavoratori instancabili, che si distinguono per l’impegno e per i successi che conseguono ogni anno, sono considerati degli eroi.
In realtà l’impegno professionale può generare dipendenza. In pratica, pur di non pensare ai propri problemi e fuggire dal senso di vuoto interiore, una persona può riempire la propria vita di impegni e di responsabilità, riducendosi a “non avere mai un momento”.
Probabilmente quando si trovano in pubblico i drogati di lavoro si lamenteranno di non avere un momento da dedicare alla famiglia o a se stessi, ma in realtà sono loro a mettersi inconsciamente in questa situazione per non dover affrontare il senso di vuoto interiore che li affligge.
Dipendenza da relazioni d’amore
Non bisogna dimenticare però che anche le relazioni amorose possono essere utilizzate per alleviare la solitudine di una vita vuota.
Si tratta di un meccanismo assolutamente logico: dal momento che il vuoto interiore nasce da una mancanza di amore, colmare quel vuoto con molte relazioni sentimentali oppure con molti innamoramenti sembra la maniera più efficace di restituire senso e pienezza alla propria vita.
A volte non è nemmeno importante intrattenere delle vere e proprie relazioni di coppia con le persone di cui ci si innamora. Le persone più timide, che non sono in grado di sostenere lo stress di una relazione di coppia vera e propria, si limitano a innamorarsi di persone distanti e irraggiungibili per le quali provano anche una profonda gelosia e addirittura risentimento.
Gli innamoramenti destinati a non concretizzarsi mai in vere e proprie relazioni potrebbero sembrare inutili, e in effetti all’atto pratico lo sono. Riescono però a generare molte emozioni profonde nella persona innamorata, senza gli stress e le responsabilità relativi alla costruzione di una vera relazione.
Questo aspetto della dipendenza da relazioni sentimentali è sicuramente tossica per la persona che la sviluppa, ma almeno non è dannosa per la persona oggetto d’amore. Le cose si complicano quando la persona che prova il senso di vuoto interiore è un narcisista.
Le persone narcisiste infatti hanno bisogno di ottenere il controllo totale della persona “amata”, che spesso viene sottoposta anche a umiliazioni fisiche e psicologiche. È questo controllo che procura ai narcisisti le emozioni profonde e appaganti che non riescono a sperimentare in altri modi.
I rimedi positivi al vuoto interiore
Come abbiamo visto, il malessere interiore che ci fa pensare “ho un vuoto dentro” genera dei comportamenti adattivi tossici. Questo significa che le prime risposte psicologiche e comportamentali che vengono generate in risposta al malessere interiore non sono efficaci. Al contrario, sul lungo periodo non faranno che peggiorare la situazione facendoci sentire sempre più vuoti e stanchi.
Quali sono allora i comportamenti costruttivi per riempire il senso di vuoto?
La risposta a questa domanda è estremamente semplice in teoria. Se si ha la sensazione di avere una vita vuota, è necessario cominciare a “riempirla” con esperienze significative.
Cosa si intende per esperienze significative? Esperienze che generino delle sensazioni e dei ricordi positivi, che rendano i vari momenti della vita degni di essere vissuti.
Dal momento che ogni persona è differente non c’è una “ricetta universale” per costruire a tavolino delle esperienze significative e in grado di arricchirci.
Questo significa che per colmare il senso di solitudine e di vuoto interiore bisogna partire alla riscoperta di se stessi.
Cosa ci piace davvero?
Quali sono gli hobby che ci davano gioia e che abbiamo abbandonato?
Quali sono le cose per cui dovremmo essere felici ogni giorno?
Uno dei consigli pratici più efficaci per cominciare a entrare di nuovo in contatto con se stessi e con le proprie emozioni è tenere un diario della gratitudine in cui annotare ogni giorno ciò che di positivo è accaduto nella nostra vita e ciò di cui dovremmo essere grati e felici.
La scrittura diaristica è uno strumento potentissimo per costruire la consapevolezza dei propri sentimenti senza nasconderli attraverso distrazioni costanti e dipendenze di vario genere.
Inoltre il confidarsi con le persone care, tra cui i parenti più prossimi e il partner è un passaggio importante. Esprimere a voce il proprio malessere ci permetterà di diventare sempre più consapevoli delle nostre condizioni mentali e renderà più semplici individuare cause e possibili soluzioni.
Anche se queste strategie di auto – aiuto sono estremamente positive per riuscire a colmare il vuoto interiore, è sempre consigliabile rivolgersi a uno psicologo quando si ha l’impressione di non farcela da soli.
L’approccio che utilizzo, la psicoterapia ISTDP, permette di guardarsi dentro, di capire le dinamiche inconsce ai problemi, e di produrre un cambiamento interno positivo, e in grado di eliminare il proprio malessere.
Sconfiggere le nostre paure e i nostri malesseri psicologici è difficile senza una guida in grado di trasmettere serenità e sicurezza ma anche di fornire gli strumenti psicologici giusti per cominciare un percorso di guarigione.
Se hai bisogno di parlare di come ti senti e di come puoi superare il senso di vuoto interiore che da troppo tempo accompagna la tua vita contattami. Troveremo insieme il modo di superare le tue difficoltà.